Il feed back è un dono e non dovremmo mai dimenticarlo.
Questo concetto vale sia in ambito lavorativo, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni.
Nelle prossime settimane forse entrerò nello specifico di come si dovrebbe fornire un feed back, poiché il modo in cui si fornisce questa meravigliosa opportunità di crescita è qualcosa di molto delicato e che non è possibile improvvisare.
Nei vari corsi e master che ho frequentato, diverse volte mi sono imbattuto in questo argomento e quando conduco io lezioni o team building è un argomento che non può mai mancare per aiutare le persone a crescere.
Come ho scritto sopra, ora non intendo descrivere le caratteristiche che deve avere un feed back per essere efficace, voglio invece soffermarmi sul vissuto di chi lo riceve.
Molto spesso accade che dopo aver chiesto il permesso di dare un feed back ai miei collaboratori, la risposta che mi sento ripetere più volte nell’arco di circa 5 minuti è: scusa.
Premetto che scusarsi è segno di intelligenza e maturità ma in molti casi la persone non avevano fatto nulla di sbagliato nei miei confronti, quindi io non meritavo le loro scuse.
Il mio intento e’ di renderle consapevoli del fatto, che certi comportamenti a volte inconsci, non sempre possono tornarci utili, se invece ne diventiamo consapevoli forse potremmo modificarli a nostro vantaggio.
Questa consapevolezza, però non sempre è facile da ottenere, poiché non siamo abituati a ricevere e dare feed back e quando accade ci sentiamo inadeguati o a disagio.
Però credetemi si tratta di un disagio che è utile vivere, per poter diventare le persone meravigliose che meritiamo di essere.
Si dovrebbe insegnare nelle scuole primarie l’arte di dare e ricevere feed back, nel frattempo vi consiglio un libro scritto da due professionisti e amici, che ogni giorno con il loro esempio, migliorano la vita di centinaia di persone.
A settimana prossima
Davide
