Allenamento e preparazione

Ciao a tutti,

ecco un video che ho girato il 26 ottobre, dopo averlo visto in fondo alla pagina troverai il testo di cui parlo.

Ciao oggi voglio condividere con te un testo che ho trovato sul web, qualche settimana fa.

E’ un messaggio rivolto ai figli, ma credo che possa andare bene per tutti noi, poiché si tratta di “consigli” che potrebbero aiutarci a vivere questa vita con un po’ più di leggerezza.

Riuscirci non è semplice, perché ogni individuo ha la propria storia, che in un modo o in un altro lo ha portato fin qui.

E la tua storia e le tue esperienze sono un grande dono, se riesci a elaborare in maniera costruttiva ciò che ti è capitato

Quindi, ti riporto una riflessione di Andrea Giuliodori: “ognuno di noi, vive la sua vita nel suo personalissimo “fuso orario”. C’è chi è più avanti e chi è più indietro, ma nessuno è in ritardo o in anticipo.

Rilassati. Sii più gentile con te stesso: sei esattamente dove dovresti essere, in questo preciso istante.”

PS. Ho detto rilassati, non sbracarti: un conto è smettere di mettersi inutili pressioni e ansia addosso, un altro è osservare passivamente che la propria vita si trasformi in una sequela di anni fotocopia.”

Ora ti lascio al testo di cui ti ho parlato all’inizio.

A presto

Davide

“Ci sono cose da dire ai nostri figli. 

Come, ad esempio, che il fallimento è una grande possibilità. Si ricade e ci si rialza. Da questo s’impara. Non da altro.

Dovremmo dire ai figli maschi che se piangono, non sono femminucce. Alle femmine che possono giocare alla lotta o fare le boccacce senza essere dei maschiacci.

Dovremmo dire che la noia è tempo buono per sé. Che esistono pensieri spaventosi, e di non preoccuparsi.

Dovremmo dire che si può morire, ma che esiste la magia.

Ai nostri figli dovremmo dire che il giorno del matrimonio non è il più bello della vita. Che ci sono giorni sì, e giorni no. E hanno tutti lo stesso valore.

Che bisogna saper stare, e basta. E che il dolore si supera.

Ai nostri figli maschi dovremmo dire che non sono Principi azzurri e non devono salvare nessuno. Alle femmine che nessuno le salva, se non loro stesse. Altrimenti le donne continueranno a morire e gli uomini a uccidere.

Ai nostri figli dovremmo dire che c’è tempo fino a quando non finisce, e ce ne accorgiamo sempre troppo tardi.

Dovremmo dire che non ci sono né vinti né sconfitti, e la vita non è una lotta.

Dovremmo dire che la cattiveria esiste ed è dentro ognuno di noi. Dobbiamo conoscerla per gestirla.

Dovremmo dire ai figli che non sempre un padre e una madre sono un porto sicuro. Alcuni fari non riescono a fare luce.

Che senza gli altri non siamo niente. Proprio niente.

Che possono stare male. La sofferenza ci spinge in avanti. E prima o poi passa.

Dovremmo dire ai nostri figli che possono non avere successo e vivere felici lo stesso. Anzi, forse, lo saranno di più.

Che non importa se i desideri non si realizzano, ma l’importante è desiderare. Fino alla fine.

Bisogna dir loro che se nella vita non si sposeranno o non faranno figli, possono essere felici lo stesso.

Che il mondo ha bisogno del loro impegno per diventare un luogo bello in cui sostare.

Che la povertà esiste e dobbiamo farcene carico.

Che possono essere quello che vogliono. Ma non a tutti i costi.

Che esiste il perdono. E si può cedere ogni tanto, per procedere insieme.

Ai figli dovremmo dire che possono andare lontano. Molto lontano. Dove non li vediamo più.

E che noi saremo qui. Quando vogliono tornare.

-C. Pennati

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