Alla ricerca della felicità

Ciao, in questi giorni sto leggendo un libro molto schietto e pratico, il cui titolo è: “La sottile arte di fare quello che c***o ti pare”.

Oggi voglio condividere con te un estratto, che credo possa essere molto utile per comprendere quanto sia importante fare dei sacrifici, al fine di ottenere qualcosa che ci gratifica.

Se pensi alla tua vita e a quella delle persone che riescono ad avere successo, il comune denominatore sta nel fatto di aver compiuto gesti e azioni che la maggior parte delle persone non “riesce” a fare.

Ecco di seguito qualche riga, anche provocatoria, che potrà aiutarti a riflettere sul senso della felicità…

Buona lettura

La felicità nasce dalla risoluzione dei problemi, infatti. i problemi sono una costante nella vita: Quando risolvi quelli di salute iscrivendoti in palestra, ne crei di nuovi, come doverti alzare presto per arrivarci in tempo.

Quando risolvi il problema di non trascorre abbastanza tempo con il/la partner scegliendo il mercoledì per la serata degli appuntamenti, ne generi di nuovi, come dover decidere qualcosa da fare che non risulti odioso a entrambi, assicurarti di avere abbastanza soldi per pagare cene decenti o riscoprire la chimica e la scintilla che sentite entrambi di aver perso.

I problemi non finiscono mai vengono solo sostituiti e/o potenziati. La felicità nasce dalla loro risoluzione. La parola chiave qui è “soluzione”.

Se eviti i tuoi problemi o senti di non averne, ti renderai per forza infelice. Se senti di avere problemi che non puoi risolvere lo stesso. Il segreto sta nella risoluzione dei problemi, non nella loro assenza.

Per essere felici abbiamo bisogno di qualcosa da risolvere. La felicità è pertanto una forma di azione; è un’attività, non una cosa conferita passivamente, non qualcosa che scopriamo come per incanto nell’insegnamento di qualche guru specifico. Non compare magicamente quanto fai abbastanza soldi da aggiungere quella nuova stanza alla casa. Non ti sta aspettando in qualche posto, in un idea, in un lavoro o un libro.

La felicità è in perenne corso d’opera, perché anche la risoluzione dei problemi non è mai finita: la soluzione dei problemi di oggi mette le basi per i problemi di domani, e così via. La vera felicità arriva solo quando scopri quali sono i problemi che ti diverti ad avere e risolvere.

A volte questi problemi sono semplici: mangiare buon cibo, visitare qualche posto nuovo, vincere una partita all’ultimo videogioco appena comprato. Altre volte sono astratti e complicati: sistemare il rapporto con tua madre, trovare una carriera che ti faccia stare bene, sviluppare delle amicizie migliori. Qualunque essi siano, il concetto è lo stesso: risolvi il problema, sii felice.

Il fatto è che a volte la gente nega e incolpa gli altri dei propri problemi per il semplice fatto che è facile e piacevole, mentre risolvere è difficile e fa stare spesso male. Forme di colpevolizzazione e negazione ci danno un’esaltazione immediata.

Sono una maniera temporanea di evadere dai nostri problemi, e quella fuga può offrirci una scarica veloce che ci fa sentire meglio.

Tutti quanti abbiamo i nostri metodi preferiti per attutire il dolore dei propri problemi, e a livelli moderati in questo non c’è nulla di male. Ma più evitiamo i problemi e li anestetizziamo, più sarà doloroso quando infine dovremo affrontarli.”

A settimana prossima

Davide

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