Ciao come stai?
Oggi voglio parlarti dell’importanza di “stare sul pezzo”.
Per me “stare sul pezzo” significa esserci a 360°.
E questo atteggiamento può essere rivolto verso il proprio lavoro, la famiglia, il tuo cane, o le tue passioni in generale.
Se questa attitudine non rientra nelle tue corde è necessario allenarsi affinché alcuni tuoi comportamenti cambino e si trasformino nel tempo in abitudini funzionali al raggiungimento dei tuoi obiettivi.
“Stare sul pezzo” dovrebbe diventare un modo di essere, poiché se davvero desideri fare la differenza all’interno del tuo team, della tua squadra o nella tua famiglia il comportamento deve nascere in automatico, senza la necessità di pensarci.
Non devono essere gli altri a chiederti di impegnarti al massimo ma deve nascere dentro di te, poiché non esiste altro modo al mondo per fare le cose veramente bene, se non dando tutto se stessi.
In questi giorni parlavo con un mio amico di coaching e dell’importanza di uscire dalla propria zona di comfort; abbiamo affrontato vari argomenti, e siamo giunti alla conclusione che il presupposto necessario per innescare un cambiamento è sempre lo stesso, anzi sono due: consapevolezza e voglia di cambiare.
Se una persona non sa dove si trova (e dove vuole andare) e non sente il bisogno e/o desiderio di cambiare una situazione che non gli piace è molto difficile introdurre cambiamenti duraturi.
Di questi tempi “stare sul pezzo” è ancora più importante e necessario, poiché esiste un pericolo che si chiama abitudine e può diventare letale.
Pensa per esempio a quanto tempo stai passando davanti allo schermo del tuo cellulare per seguire i compiti delle maestre, le video conferenze, e le notizie sul coronavirus con i numeri annessi. E quanto tempo passano i tuoi bambini o te stesso/a al pc per giocare a vari videogiochi o per vedere le centinaia di serie TV?
Stai dedicando tempo a attività che ti aiutino a stare meglio? Ginnastica, stretching, meditazione, o una semplice chiaccherata con una persona a te cara?
Stai mangiando bene? Oppure dici: “ma si con tutto sto casino che c’è in giro io non posso concedermi qualche sgarro?”
Pensa a quello che stai facendo e soprattutto a come lo stai facendo e datti delle risposte.
Senza comunque essere dei bacchettoni, poiché è importante anche prendersi del tempo per vedere la serie completa di Fast and Furios, o mangiare quella schifezza che desideri da tempo o ancora trascorre due ore a sparare cazzate con un amico/a.
Il punto è di farlo in modo consapevole senza dopo sentirsi in colpa. Per ottenere questa maturità e serenità è necessario avere ben in mente le azioni quotidiane da eseguire, (non sempre piacevoli da fare) che nel medio-lungo periodo ti porteranno dove desideri.
Quindi, non scegliere di stare sul pezzo, stacci in automatico! Dai tutto te stesso/a in ciò che fai senza risparmiarti, soprattutto verso le persone che lo meritano davvero; scegli un tuo codice di condotta e portalo avanti senza compromessi.
Tanto prima o poi per tutti giunge il momento di fare i conti con la persona più importante del mondo: se stessi.
Quando avverrà è bene essere preparati e soprattutto consapevoli di ciò che si è fatto.
Ti saluto con una poesia di Swami Sivananda maestro indiano di yoga della prima metà del ‘900:
“La potenza del pensiero
muta il destino.
L ‘uomo semina un pensiero
e raccoglie un’azione;
semina un’azione
e raccoglie un’abitudine;
semina un’abitudine
e raccoglie un carattere;
semina un carattere
e raccoglie un destino.
L’ uomo costruisce il suo avvenire
con il proprio pensare ed agire.
Egli può cambiarlo
perché ne è il vero padrone”.
Buon 1° maggio
Davide
2 commenti su “Ci sei o ci fai?”
Ho letto attentamente il testo e posso dire che mi ci trovo specialmente in alcuni passaggi di esso. n questi giorni parlavo con un mio amico di coaching e dell’importanza di uscire dalla propria zona di comfort; abbiamo affrontato vari argomenti, e siamo giunti alla conclusione che il presupposto necessario per innescare un cambiamento è sempre lo stesso, anzi sono due: consapevolezza e voglia di cambiare.
Se una persona non sa dove si trova (e dove vuole andare) e non sente il bisogno e/o desiderio di cambiare una situazione che non gli piace è molto difficile introdurre cambiamenti duraturi. Non devono essere gli altri a chiederti di impegnarti al massimo ma deve nascere dentro di te, poiché non esiste altro modo al mondo per fare le cose veramente bene, se non dando tutto se stessi.
Confermo Jamil, il cambiamento parte sempre da noi.
Chi non fa questo passo è destinato a confrontarsi con una dura realtà.
A presto
Davide